Anno 2019. Articoli di Silvio Destro,presidente associazione culturale  Contra Tenebras

Malo 13 gennaio 2013

Destro Silvio

presidente  ass. culturale Contra Tenebras




Anno 2018. Articoli di Silvio Destro,presidente del movimento Contra Tenebras

L'APPARATO, TENTACOLI DELLA VERA PIOVRA.

In questi mesi si è mostrato in Italia l’apparato che si stende come una piovra in tutte le istituzioni; gli enti, pubblici e privati; in tutte le logge, segrete e non. Due elementi applicati alla politica, l’assenza di pudore ed il cinismo utilitaristico, hanno permesso la costituzione del governo in carica, il quale ha cominciato a mettersi in connessione con i bisogni impellenti della maggioranza degli italiani, quello che in altri tempi ben si poteva definire, come meglio ritenete, popolo italiano o popoli italici, provocando grande fastidio alle cerchie di potere, difese dall’apparato che poi si proverà a delineare. Innanzitutto questo governo è stato inaugurato dopo aver ceduto ad alcune imposizioni, manifeste e, immagino, anche segrete, volute da Mattarella, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e capo dell’esercito. Ma è nei mesi successivi che si è parzialmente scoperchiata la capillare, profonda, perpetua ed onnipresente sala macchine che forma l’apparato che mantiene lo “status quo” politico, economico e sociale dell’Italia, dell’Unione Europea e di tutto il pianeta. La sala è fornita di tutto. La legislazione, caotica con numerosi vuoti normativi, è pronta e si evolve instancabilmente nella direzione “giusta”. La magistratura è costituita da membri, prodotti dall’apparato o che sanno cosa l’apparato vuole perché possano starvi, salirvi i gradini e proliferare. Lo stesso personale del settore pubblico, i dirigenti, gli impiegati, gli agenti, i militari, sono ognuno piccoli ingranaggi che, al minimo, se sentono minacciata la loro posizione possono scegliere di usare zelo a favore dell’apparato che li sfama, li privilegia o li corrompe. Imponenti sono le truppe incorporate nel settore “cultura”; si parte dagli storici, tra i quali sono annoverati solo quelli dalla parte dei vincitori; si continua con i registi del cinema, che sanno bene quali siano i canovacci da scrivere per avere successo; lo stesso si deve applicare agli scrittori ed agli artisti, tutti istruiti in particolare dal  periodo post bellico, da università e scuole che indicano un unico senso verso il quale dirigersi allo scopo di bivaccare in prosperità e fecondità, magari allietandosi in “compagnia” la sera all’interno di salotti o centri di aggregazione sociale che contano. Ciò che la “cultura” produce è l’opinione che viene rovesciata e, di fatto, imposta sulla popolazione, tramite i mezzi d’informazione, essenziali e prorompenti apparecchiature che tutto tengono su. Da tempo; da molto tempo oramai, si sono aggiunti a questo coro compatto i più alti esponenti della chiesa cattolica, chierici e laici; questo è un apporto determinante tanto che il presidio in tutte le città, le periferie e le contrade d’Italia può qualificarsi come blindato. Per chi si chiede come possa essere stata costruita una sala macchine così complessa ed ingegnosa io rispondo che il mezzo è stata la finanza. Con la finanza, artificioso strumento di creazione di falsa, ma convenzionalmente riconosciuta, ricchezza, elites e logge massoniche, internazionali e nazionali, hanno comperato le parti ed assemblato tutto quanto ora descritto. Della sala macchine verrà azionata in alcuni momenti la leva culturale, con un mantra incessante in tv, giornali, riviste, libri, films; in altri quella legale, con machiavelliche inchieste mosse da arzigogolanti procuratori; in altri ancora quella finanziaria, con le decisioni della banca centrale o con analisi elaborate da imperscrutabili agenzie di rating. Ad un certo punto non sarà neppure da escludere la messa in funzione della leva dell’ordine pubblico o dell’uso della forza militare. Perciò abbiamo assistito agli attacchi legali diretti contro Salvini e la lega nord, per il palese contrasto contro l’immigrazione, ed al Movimento 5 Stelle, per la linea di governo populista. Penso anche che un apparato così ben congegnato possa aver spedito un messaggio, in codice, facendo saltare per aria un ponte a Genova, senza temere, date tutte le protezioni su cui può contare, di essere men che meno apostrofato. È appena stata varata da questo governo una manovra finanziaria poco attenta al pareggio di bilancio e subito è iniziato l’attacco speculativo a colpi di spreads e di allarmi altisonanti lanciati dai media. Staremo a vedere ma allo stesso tempo voglio tranquillizzare coloro che si saranno avventurati a leggere perché penso che la situazione di quest’epoca è come un film dove ci sono due acerrimi contendenti che si sfidano a duello. A riprese finite gli attori, apparato e governo in questo caso, vanno a bersi l’aperitivo, per loro è stato importante che gli spettatori, cioè la gente, abbia capito quali siano le questioni da cui tenersi distanti, si faccia gli affari propri e abbia pagato il biglietto.

 

Articolo di Silvio Destro


A CACCIA E PESCA DI … DEMOCRAZIA

La democrazia è uno dei dogmi più granitici ed intoccabili di quest’epoca e perciò sarebbe coraggiosa una profonda riflessione su di essa. Nell’attesa della profonda riflessione mi sia permesso un piccolo articolo sul tema sollevato. Prima di tutto la democrazia si fonda sul consenso, perciò sui voti. Occorre quindi pensare a come questo consenso venga raggiunto. Innanzitutto il consenso viene attratto quando si incontra, più massivamente ed approssimativamente possibile, l’opinione pubblica. L’opinione è frutto di un’elaborazione mentale compiuta con i dati che vengono messi a disposizione. I dati, in questo caso, sono le informazioni; informazioni che all’elettorato arrivano in mille maniere: conversazioni con conoscenti, lettura di riviste e libri, ascolto di convegni e conferenze, lettura di giornali, comunicazione “internet” per “social network”; ma le più incisive rimangono la radio e, soprattutto, la televisione, la regina dell’opinione ufficiale. Queste informazioni sono, quando non riguardano meteo, risultati sportivi e comunicazioni di servizio, per la maggior parte “taroccate” o perché si basano su dichiarazioni degli intervistati false, incomplete e ammorbidite per convenienza o perché vengono diffuse in modo parziale oppure fuorviante per coprire e consolidare l’autorità costituita o perché vengono censurate in quanto non gradite dai proprietari occulti o in quanto non confacenti ai desideri “mercantili” indotti nella popolazione. Su questo tipo di informazioni si fonda l’opinione pubblica e, conseguentemente, la classe politica dei democraticamente eletti, la quale dà sfoggio di sé ogni giorno, come ci si può rendere conto autonomamente. Dirigenza politica che si radica, forse ancor di più, grazie al consenso per scambio. Lo scambio può realizzarsi con tante modalità: attraverso la conoscenza diretta del candidato tramite la quale l’elettore auspica di fruire della benevolenza qualora il preferito riesca ed entrare nei luoghi di potere; attraverso la promessa di una riscossione per sé o per altri coi quali si è legati, ad esempio un posto di lavoro o di riconoscimento, una concessione edilizia, un contributo per la propria associazione od altro. Nella storia della repubblica lo scambio, clientelare e consociativista, è stato da sempre colossale. La democrazia si è sempre caratterizzata così a partire dalla Democrazia Cristiana, continuando con il Partito Comunista Italiano, sino a sfociare nel Partito Socialista Italiano. L’infezione si è propagata ipertrofizzandosi sino ai nostri giorni con gli eredi di quei partiti. Ha raggiunto dimensioni spudorate con l’avvento di Renzi. Emblematici sono stati gli 80 euro al mese e le agevolazioni per pensionati e giovani emanati in prossimità degli appuntamenti elettorali: europee, amministrative, referendum costituzionale e sarà da aspettarsi qualcosa di analogo per le politiche dell’anno prossimo. Però a destra non si è illibati, anzi. Non si può dimenticare l’avvicinamento verso il centro e l’affiancamento all’unico pensiero ufficiale ammesso da parte dei transfughi che dal Movimento Sociale Italiano allegramente passarono, nell’ordine, ad Alleanza Nazionale, al Partito della Libertà, a Forza ed a Fratelli d’Italia. Si dovrebbe anche considerare che i velleitari proclami leghisti, venetisti, indipendentisti, secessionisti ed autonomisti altro non sono, in profondità, che il disperato tentativo di mantenere e di avvicinare ricchezza su di sé; anche questo è, a mio modo di vedere, scambio, sebbene non si possa che essere consapevoli di quale corruzione insista su Roma e da lì si irradi su tutto il paese. Ma in Veneto e nel centro destra si verifica un fenomeno, lobbistico, tutto nostrano e godereccio; mi riferisco al carrozzone di voti trasportato dall’Associazione Culturale Caccia e Pesca che fa capo all’Onorevole Sergio Berlato, che ha pedissequamente seguito il percorso politico prima descritto, affluendo alla fine a Fratelli d’Italia, partito su misura per lui, che sa bene che non può permettersi, con il pur nutrito (è proprio il caso di scrivere) suo “codazzo”, di decidere il “bello ed il cattivo tempo” dentro la militanza veneta del Partito Democratico. Puntualmente ad ogni votazione agli iscritti all’Associazione Culturale Caccia e Pesca pervengono suggerimenti sulle preferenze. Nessun appuntamento elettorale né nazionale, né regionale, né provinciale, né comunale è immune dalla intromissione di Berlato tramite i suoi seguaci a buon mercato. Memorabile fu il periodo, prima delle elezioni politiche del febbraio 2013, quando affiggeva manifesti di propaganda del Partito della Libertà, movimento presso il quale militava ufficialmente, ma allo stesso tempo dava precise indicazioni di voto a favore di Cristina Carretta, candidata nell’occasione nella lista Fratelli d’Italia, movimento a cui Berlato passò di lì a pochi mesi. Chi scrive, non è pescatore, né cacciatore, né animalista, vuole solo tracciare la linea di fondo alla quale una politica di stampo clientelare può arrivare. Qualcuno mi spieghi, una volta soddisfatte le istanze di durata dei periodi venatori e delle specie animali cacciabili, se movimenti di tal tipo possano possedere idee virtuose volte a proporre soluzioni alle più generali, vere e importanti questioni come la politica monetaria ed economica, il riscatto spirituale dei veneti e degli italiani, la loro sicurezza, anche sociale ed economica, e la invasiva immigrazione straniera, solo per citare quelle più emergenti. Dopo aver trattato sugli esponenti politici, mi fermo, perché dovrei passare a disquisire e a dare valutazioni, sui Signori Elettori, ma, avendo, penso, già fatto capire quanto necessario, provvedo a stendere un pietosissimo velo d’oblio e di silenzio, offrendo loro un solo spunto sul quale meditare: non sempre ciò che piace fa anche bene.

 

Articolo di Silvio Destro